Il sistema di scrittura giapponese - 4° parte - Katakana
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片仮名 かたかな è un altro sillabario giapponese utilizzato prevalentemente per suoni onomatopeici e parole straniere, ovvero per parole o nomi che sono derivati da altre lingue. Alcuni esempi, スクール (scuola), ナイフ (coltello), フォーク (forchetta), マリオ (Mario), ピカピカ (è il "suono" che i giapponesi associano quando qualcosa brilla), ecc ecc.
Il katakana come l'hiragana è determinato a partire dai kanji, ma a differenza dell'hiragana, che è dato dalla semplificazione di un kanji, il katakana rappresenta proprio una parte del kanji. Infatti il significato di katakana è "alfabeto dei frammenti" (方+仮名 ---> parte, frammento + alfabeto, sillabario). Le vocali ad esempio:
阿 ---> ア
伊 ---> イ
宇 ---> ウ
江 ---> エ
於 ---> オ
Anche in questo caso la pronuncia dei kanji è unguale alla pronuncia dei katakana, perciò quei kanji si leggono anche come scritto in katakana.
Nella tabella sono riportati tutti i katakana e da quale parte del kanji sono stati determinati. La parte da cui è derivato il katakana è evindenziata in rosso. C'è da precisare il fatto che i kanji da cui sono derivati i katakana non sono uguali a quelli da cui sono derivati gli hiragana (tranne qualcuno). Dalla tabella si può notare subito che il katakana non è altro che una parte del kanji (per scaricare la tabella in un formato più grande clicca qui).
I caratteri ヰ (wi) e ヱ (we), sono passati in disuso, e il carattere ヲ (wo, o) è raramente usato.
Mentre il maestro recitava il sutra, gli apprendisti monaci avevano cominciato a prendere l'abitudine di appuntarsi le pronuncie dei kanji cinesi utilizzando una parte del kanji relativo al valore fonetico. Appuntavano la pronuncia dei kanji cinesi con un parte, un frammento di kanji.
Verso la meta del 10° secolo, il sistema di scrittura del katakana cominciò ad essere utilizzato anche fuori dall'ambito che lo descriveva come strumento dei monaci buddisti, e apparve nella letteratura. All'inizio veniva utilizzato assieme ai kanji, e trattava tematiche religiose; in seguito venne usato anche per racconti di guerra.
La prossima volta spiegherò le regole per l'utilizzo del katakana.
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