2010-02-13

Il sistema di scrittura giapponese - 4° parte - Katakana  

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片仮名 かたかな è un altro sillabario giapponese utilizzato prevalentemente per suoni onomatopeici e parole straniere, ovvero per parole o nomi che sono derivati da altre lingue. Alcuni esempi, スクール (scuola), ナイフ (coltello), フォーク (forchetta), マリオ (Mario), ピカピカ (è il "suono" che i giapponesi associano quando qualcosa brilla), ecc ecc.

Il katakana come l'hiragana è determinato a partire dai kanji, ma a differenza dell'hiragana, che è dato dalla semplificazione di un kanji, il katakana rappresenta proprio una parte del kanji. Infatti il significato di katakana è "alfabeto dei frammenti" (方+仮名 ---> parte, frammento + alfabeto, sillabario). Le vocali ad esempio:
阿 ---> ア
伊 ---> イ
宇 ---> ウ
江 ---> エ
於 ---> オ
Anche in questo caso la pronuncia dei kanji è unguale alla pronuncia dei katakana, perciò quei kanji si leggono anche come scritto in katakana.
Nella tabella sono riportati tutti i katakana e da quale parte del kanji sono stati determinati. La parte da cui è derivato il katakana è evindenziata in rosso. C'è da precisare il fatto che i kanji da cui sono derivati i katakana non sono uguali a quelli da cui sono derivati gli hiragana (tranne qualcuno). Dalla tabella si può notare subito che il katakana non è altro che una parte del kanji (per scaricare la tabella in un formato più grande clicca qui).
I caratteri ヰ (wi) e ヱ (we), sono passati in disuso, e il carattere ヲ (wo, o) è raramente usato.

Il katakana venne inventato verso l'ottavo secolo da monaci buddisti. All'inizio del periodo Heian (平安時代), si rese necessario utilizzare questi simboli per facilitare l'interpretazione del sutra scritti in lingua cinese. Rappresentava una forma di annotazione che veniva inserita tra le righe degli scritti cinesi, con il vantaggio di occupare poco spazio. I katakana nacquero per fornire la lettura di kanji difficili da interpretare. All'epoca, l'interpretazione dei kanji cinesi poteva essere realizzata mettendo a destra la loro pronuncia, scritta mediante altri kanji scelti per il loro valore fonetico (万葉仮名 まんようがな). Ma questo metodo non era adatto per essere utilizzato in poco spazio e in tempi brevi, così si pensò di utilizzare parti del kanji.
Mentre il maestro recitava il sutra, gli apprendisti monaci avevano cominciato a prendere l'abitudine di appuntarsi le pronuncie dei kanji cinesi utilizzando una parte del kanji relativo al valore fonetico. Appuntavano la pronuncia dei kanji cinesi con un parte, un frammento di kanji.
Verso la meta del 10° secolo, il sistema di scrittura del katakana cominciò ad essere utilizzato anche fuori dall'ambito che lo descriveva come strumento dei monaci buddisti, e apparve nella letteratura. All'inizio veniva utilizzato assieme ai kanji, e trattava tematiche religiose; in seguito venne usato anche per racconti di guerra.
Da qui la distinzione dei due sillabari, hiragana e katakana, il primo con un orientamento verso tematiche di poesia e narrativa femminile, apprezzate per lo più dal pubblico femminile, e l'altro orientato verso tematiche religiose e narrativa maschile (come i racconti di guerra), apprezzate per lo più da un pubblico maschile. Da notare inoltre che il katakana è caratterizzato da lineamenti squadrati e duri, gli si attriuisce perciò un'immagine maschile.
La prossima volta spiegherò le regole per l'utilizzo del katakana.

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